FABIO E MINGO ATTACCANO: “LA FASE DELLE INDAGINI PRELIMINARI E’ VIZIATA. I TESTIMONI SONO STATI SPINTI A DIRE COSE NON VERE. CONSEGNAMO VIRTUALMENTE IL PROVOLONE DI STRISCIA A GIANLUCA DE STEFANO”.

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FABIO E MINGO ATTACCANO: “LA FASE DELLE INDAGINI PRELIMINARI E’ VIZIATA. I TESTIMONI SONO STATI SPINTI A DIRE COSE NON VERE. CONSEGNAMO VIRTUALMENTE IL PROVOLONE DI STRISCIA A GIANLUCA DE STEFANO”.



(Roma): Si è svolta questa mattina, presso lo studio dell’Avv.Fabio Verile, la conferenza stampa di Fabio e Mingo, ex inviati di Striscia la Notizia, per riferire di gravi sviluppi nella vicenda che li vede protagonisti contro il tg satirico di Canale 5. I testimoni dell’indagine a loro carico sarebbero stati coartati nelle loro volontà e spinti a dire cose non vere. “La fase delle indagini preliminari è viziata”, afferma l’avv. Fabio Verile. “Diamo per scontato che la dottoressa Ginefra, titolare dell’inchiesta, non fosse a conoscenza dell’attività illecita. Ma abbiamo sporto denuncia ed in tempi rapidi vogliamo sapere cosa è successo”. I due storici inviati pugliesi, prima sospesi e poi licenziati per presunti servizi fasulli, a questo punto provano a ritrovare il sorriso consegnando virtualmente il provolone di Striscia all’agente di Polizia giudiziaria Gianluca De Stefano.
Ne spiega il motivo l’Avv. Verile: “Fino ad oggi abbiamo atteso con fiducia la fine delle indagini preliminari, ma oggi non è più così. Ci sono elevate possibilità che le indagini siano state falsate. È stata infangata la dignità dei miei assistiti. Valuteremo se ricorrere al Ministero di Grazia e Giustizia”. Secondo quanto emerso nel corso della conferenza stampa, alcuni soggetti ascoltati dalla procura di Bari hanno avvicinato Fabio e Mingo per riferire di aver deposto in un clima di terrore e di soggezione. In particolare l’accusa è rivolta al più stretto collaboratore della dott.ssa Ginefra, titolare delle indagini, Gianluca De Stefano, che ha ascoltato quasi tutti i testimoni informati sui fatti in via esclusiva. “Ci hanno riferito cose molto gravi”, prosegue l’avv. Verile. “Ad alcuni testimoni sarebbe stato detto da De Stefano “Sei matto a dire queste cose? Guarda che ti stai mettendo contro Mediaset, un colosso. Finisci in galera. Non ti conviene difendere quelli perché finiranno male. Tutti gli altri che ho interrogato hanno detto cose diverse dalle tue. Adesso me le dici in un altro modo…è meglio per te”. E non avrebbero avuto nemmeno la possibilità di rileggere quanto sottoscritto”.
Ecco perché Fabio e Mingo non ci stanno. “Per un anno e mezzo siamo stati sereni, abbiamo aspettato, ma se le indagini devono essere alterate e viziate, non ci stiamo più”, spiegano. “A Striscia la Notizia non lavorano giornalisti. Non è una testata giornalistica, ma un varietà. Per diciannove anni abbiamo avuto un contratto come attori. La notizia del licenziamento però l’abbiamo avuta in tv dal Gabibbo. Ci siamo rimasti molto male perché c’era un bel rapporto. Invece da quel momento né Ricci né gli altri ci hanno più risposto al telefono. Perché Ricci non ci ha difeso? Perché ha difeso Greggio per il caso di Guardia di Finanza? Perché ha difeso Luca Abete dopo il cui servizio un padre di famiglia si è suicidato e noi no? Loro sono stati protetti, Fabio e Mingo no. Due pesi e due misure. Stiamo parlando di gag comiche”.
L’avv. Verile prosegue nel racconto della vicenda penale: “Fabio e Mingo non hanno mai inventato servizi televisivi rappresentando fatti non verificati. I vertici di Striscia lo sanno benissimo. Eppure quando è giunta voce che qualcuno aveva scoperto che alcune fattispecie erano rappresentate da attori hanno preso le distanze. Invece erano cose condivise. Noi siamo sicuri di poterlo dimostrare. Ma il punto adesso è che i testimoni sono stati coartati nelle loro volontà e spinti a dire cose non vere. La fase delle indagini preliminari è viziata”.



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