DAL GENIO COMICO DI FRANCA VALERI TOSCA E ALTRE DUE con Cinzia Massironi e Elisabetta Spinelli Regia di Raffaella Morelli

Da martedì 7 a domenica 12 gennaio 2020

Al Teatro Belli di Piazza di Sant’Apollonia, 11 – Trastevere, Roma

Scene e Costumi Lilia Rossi | Assistente alla Regia Tancredi Capucci | Disegno Luci Alessio Pascale

Video Proiezioni Tancredi Capucci, Emma Corazzi, Enrico Zaccheo, con la partecipazione di Enzo Curcurù

Il nuovo anno si apre con un raffinato omaggio all’acuta e colta comicità di Franca Valeri. Da martedì 7 fino a domenica 12 gennaio 2020, al Teatro Belli di Piazza di Sant'Apollonia, 11 in Trastevere, andrà in scena "Tosca e altre due", con Cinzia Massironi e Elisabetta Spinelli, dirette da Raffaella Morelli.La storia, portata in scena per la prima volta al teatro Valle nel 1986, è ispirata dall’opera lirica "Tosca" di Giacomo Puccini.   Franca Valeri, ha immaginato un’opera dentro l’opera, un ironico racconto, che si svolge nella portineria di Palazzo Farnese, fra la guardiana e la moglie del boia, mentre al piano nobile si consuma la tragedia della cantante Tosca e del suo amante, il pittore Cavaradossi.

La regia di Raffaella Morelli, che decide di riportare in scena il testo, anche in occasione del prossimo centenario della Valeri, accompagna lo svolgimento dell’azione, sposando le istanze dei due personaggi e cercando di restituire alla storia tutta la sua umanità. Nei due ruoli di Emilia, la portinaia e di Iride, ex-attricetta di dubbi costumi, Cinzia Massironi e Elisabetta Spinelli, danno vita a una memorabile coppia di personaggi femminili, che in una scoppiettante alternanza di battute, richiama lo spirito della commedia dell’Arte.

.Lo spettacolo che si avvale dell’elegante e preziosa collaborazione della scenografa e costumista Lilia Rossi e delle raffinate luci di Alessio Pascale, sarà arricchito dal contributo delle video proiezioni di Tancredi Capucci, Emma Corazzi e Enrico Zaccheo, con l’amichevole partecipazione di Enzo Curcurù.

Come molti sanno, "Tosca" è l'opera lirica più famosa di Giacomo Puccini. Una storia d'amore e di morte che si consuma a Roma nel giugno del 1800, all'indomani del fallimento della Repubblica Romana di Napoleone, quando lo Stato Pontificio sostenuto dall'esercito borbonico, rastrella la città catturando i partigiani della Repubblica. In questo contesto, il pittore bonapartista Mario Cavaradossi e la sua amante Floria Tosca, incrociano Cesare Angelotti, patriota fuggito dalle carceri del Papa. Sulle tracce del fuggiasco c'è però anche il capo della Polizia Pontificia, il barone Scarpia, anch'egli innamorato della bella Tosca che approfittando della situazione, non perde l’occasione per cercare di sedurla. L'opera drammatica finisce in tragedia, come ogni tragedia che si rispetti: muore il fuggiasco, muore il cattivo per mano della bella, muore il pittore e, dulcis in fundo, muore anche Tosca suicida. Una storia che conosciamo tutti, rappresentata centinaia di volte in tutto il mondo.

Ma quella che molti non conoscono è la storia di "Tosca e altre due". Il testo nasce dalla colta e raffinata comicità di Franca Valeri, che per un momento ha immaginato ciò che accadeva nella portineria di Palazzo Farnese, dove, nel corso di una lunga notte, facevano amicizia la custode Emilia e la Iride, moglie del boia. Una coppia sui generis che spia e origlia i piani alti dell’aristocrazia, dove la vicenda di Tosca andava assumendo sempre più toni tragici. In questo scenario le due donne parteggiano accanitamente, l'una per il cattivo barone Scarpia e l'altra per la sventurata Tosca.

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