Marco Quintili racconta l’emergenza coronavirus a 50TopPizza



AdvertisementMarco Quintili, titolare della Pizzeria IQuintili a Roma, è stato intervistato dalla prestigiosa rubrica 50TopPizza dedicata alle migliori pizzerie italiane. La conversazione con il giornalista enogastronomico Luciano Pignataro ha riguardato prevelentemente l’emergenza coronavirus, con gli inevitabili cambiamenti del settore della ristorazione.

Marco Quintili, titolare della Pizzeria IQuintili a Roma, è stato intervistato dalla prestigiosa rubrica 50TopPizza dedicata alle migliori pizzerie italiane. La conversazione con il giornalista enogastronomico Luciano Pignataro ha riguardato prevelentemente l’emergenza coronavirus, con gli inevitabili cambiamenti del settore della ristorazione. La Pizzeria IQuintili ha infatti introdotto il delivery ed intensificato l’asporto dopo la grande richiesta dei clienti: “Abbiamo avuto subito una grande risposta per il domicilio, abbiamo sia la nostra linea con il telefono che Just Eat. In media facciamo di media 350 pizze al giorno, ma abbiamo avuto anche più di 450 pizze in alcune giornate”.

Una decisione quella di riaprire soprattutto dovuta ai ritardi della cassa integrazione per i dipendenti: “Avevamo messo in cassa integrazione gli operai, ma non arrivava per cui 2 settimane fa siamo partiti col delivery. Abbiamo attualmente 12 dipendenti più lavoratori extra. Attualmente soltanto 2 sono in cassa integrazione, abbiamo riorganizzato tutti per il domicilio e nonostante questo ci aiutano i pony Express di just eat. Il venerdì, sabato e domenica abbiamo bisogno di 13/14 pony Express”.

Le richieste arrivano da ogni angolo della Capitale ed oltre, con alcune anche da Fiumicino, con Marco che ha dovuto trovare una quadra: “Alla fine siamo riusciti a fare una distanza di 6 Km in linea d’aria arrivando a coprire una grossa parte di Roma. In media la pizza da quando cuoce a quando arriva a casa passano al massimo 50’, abbiamo dei contenitori professionali che la mantengono ottima. Questo anche grazie al nuovo impasto più idratato a cui è stato aggiunto del grano duro e la speciale farina delivery Molino magri”.

Poi spiega di non aver voluto alzare i prezzi, nonostante i costi siano lievitati moltissimo: “Non ho voluto fare una guerra al ribasso come tanti altri. La qualità deve restare alta. Ho messo 2 euro per ogni consegna e alzare un pochino i prezzi. La gente ha capito e non si è lamentata, era l’unico modo per ammortizzare le spese. Voi non immaginate i costi di guanti, mascherine, tute quanto hanno alzato le nostre spese. Un plexiglas di 60 cm costa 60 euro+IVA, stiamo parlando di un pezzo di plastica. Io con 80 euro solitamente compro un tavolo”.

La Pizzeria IQuintili è pronta a ripartire con il servizio al tavolo anche all’aperto, non appena la Regione Lazio darà l’ok: “Abbiamo un bell’esterno per cui appena avremo l’ok per la questione del suolo pubblico partiremo anche fuori. Io voglio vedere le persone, non ce la faccio più. Il mio problema non è economico perché stiamo lavorando, il vero problema è non poter vedere le persone”. Marco è un imprenditore lungimirante, che per ora ha dovuto stoppare la sua seconda pizzeria che sarebbe dovuta aprire a marzo in un quartiere più centrale di Roma: “Il secondo locale che doveva partire a Furio Camillo è pronto, abbiamo acceso anche i forni. Non lo aprirò mai però finché non ci daranno l’ok per il servizio al tavolo. Non esiste che lo apro per l’asporto e il domicilio”.






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