Festival di Venezia, Marianna Bonavolontà sul red carpet: il suo appello contro il body shaming


E’ l’edizione più femminile di sempre la numero 77 del Festival del Cinema di Venezia: protagoniste indiscusse le donne, le loro storie forti, e – in generale – i sentimenti. Otto le registe in concorso ufficiale, un record, e tantissime concorrenti nelle sezioni “Orizzonti”, “Giornate degli autori” e “Settimana della critica”.

E' l'edizione più femminile di sempre la numero 77 del Festival del Cinema di Venezia: protagoniste indiscusse le donne, le loro storie forti, e - in generale - i sentimenti. Otto le registe in concorso ufficiale, un record, e tantissime concorrenti nelle sezioni "Orizzonti", "Giornate degli autori" e "Settimana della critica". Icone femministe in qualità di presidenti di giuria, come Cate Blanchett e Claire Denis e, madrina di tutto, un’attrice di piglio come Anna Foglietta.

Marianna e RIccardo sul red carpet

Tante le donne "forti" che hanno calcato il red carpet, tra queste la poliedrica Marianna Bonavolontà, cool hunter, imprenditrice, scrittrice e fashion stylist. Bella, esuberante, sorridente e luminosa, si è prestata all'obiettivo dei fotografi del Festival per trasmettere un messaggio coerente con le tematiche protagoniste di quest'edizione e particolarmente attuale in questo periodo: no al body shaming.

" Basta considerare la normalità come anormalità. Per troppo tempo donne normali, magari giovanissime, hanno cercato di imitare modelle magrissime con conseguenze catastrofiche. Bisogna essere se stessi, perchè è nell'autenticità che si trova l'essenza - ha dichiarato Marianna sui social e in una serie di interviste rilasciate in queste ore al Festival -. Oggi grazie ai social, che sono a mio avviso uno strumento straordinario di comunicazione biunivoca, le persone vere hanno finalmente trovato un loro posto nel mondo; hanno conquistato dignità, rispetto, importanza. Sono volti e corpi che ci rispecchiano e che rappresentano una normalità non stereotipata e per questo unica".

Il body shaming è bullismo, è violenza – ha continuato -. In passato mi sentivo inadeguata a causa delle mie forme. Spesso ho dovuto fare i conti con chi senza pensare alle conseguenze mi ha etichettato con parole brutte. Sono stata male, ma poi ho messo spalle al muro tutta la negatività che mi attorniava. È fondamentale e necessario che dai profili di ognuno di noi, di tutti gli influencer e dei personaggi famosi, passino messaggi importanti e autentici”. “ Questo Festival è prezioso perché attira l'attenzione del mondo intero ed è, quindi, un canale di trasmissione fondamentale per messaggi così importanti. Ho indossato un abito che mette in risalto le mie forme e la mia femminilità. ovvero un corsetto di Nicoletta Lucerna, proprio per spronare i presenti, chi mi segue, e tutti coloro che non si sentono a loro agio a valorizzarsi piuttosto che demonizzarsi... Nutritevi di bene, gentilezza e bellezza autentica”, ha concluso Marianna, che ha percorso il red carpet in compagnia del modello Riccardo Stellini, suo amico nonchè anche lui impegnato in importanti tematiche sociali. A breve saranno pubblicati due suoi libri ("La ragazza col genio in quarantena" e "La ragazza col genio in valigia") e sarà pronta la sua linea di magliette che invitano ad indossare la gentilezza.





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