Site icon AOB MAGAZINE

ATELIER ‘MASSIMO ORSINI COLLEZIONI’

                                               MASSIMO ORSINI COUTURE

 

Entrare in contatto con l’universo di un artista è sempre un’esperienza unica: si costruiscono mondi paralleli in piccolissimi istanti, se ne respira il vissuto, in piccolissimi dettagli, percepiti o apertamente dichiarati, che sono parte integrante della sfera più intima del suo mondo.— E, chissà perchè, il mondo di un creativo della moda, di uno stilista, ha sempre a che fare, nel nostro immaginario, con lustrini e luccicanti decori …. profumi, nuances, ispirazioni particolari, che sembrano più ricondurre al mondo delle fantasia, del sogno.

Chi incontra Massimo Orsini, immediatamente, ha la percezione di qualcosa di diverso. tutto, a partire dalle sue vetrine, sembra raccontare vastità, magnificenza, opulenza. ed invece, il confronto avviene semplicemente, in modo veloce. la sua gentilezza, il suo tono garbato e mai urlato, sempre pronto all’ascolto, denotano interesse, attenzione, assenza di qualsivoglia sovrastruttura, e prima ancora della conoscenza, empatia verso chiunque gli si trovi di fronte.
Da subito, emerge il pragmatismo del professionista, lo slancio. e qualcosa di lontano, una sorta di melanconia importante, qualcosa che risiede in profondità, e del quale, con discrezione ed umiltà assolute, dona ad ogni suo capo. inequivocabilmente. una radice fondata, legata ad un passato che gli appartiene, e che mantiene nel tempo, sin da bambino.

Massimo Orsini nasce a Squinzano, vicino a Lecce, nel 1968.

MASSIMO ORSINI
Inizia da giovane la sua esperienza di modellista nelle sartorie e nei nei defilè di moda, attingendo la sua propensione all’arte sartoriale dalla nonna, fine ricamatrice, che, insieme alle zie, lavorava alla realizzazione di collezioni, destinate ad alcune tra le più prestigiose famiglie leccesi. specializzate in ogni ambito della sartoria, persino nell’utilizzo del tombolo, tradizionale strumento di lavoro per la confezione di pizzi e merletti, esse diventano, per orsini, fonte di ispirazione nella cura del dettaglio e nella ricerca della qualità sartoriale: egli osserva con passione i quadri realizzati con seta , dipinta poi a mano, raffiguranti i riti sacri , così come gli abiti cuciti per le statue lignee, che sfilavano nelle processioni del piccolo paese salentino. spronato dalla sorella Giovanna, stilista di moda, prende l’ago, e dà inizio alla sua carriera. svariate le collaborazioni con le grandi case di moda. fino al 2011, anno in cui presenta la sua prima collezione ‘Massimo Orsini Couture’. segue, dunque, l’apertura del suo atelier a Mesagne, una bella cittadina della provincia di Brindisi, locus nel quale ricostruisce, attraverso la sua première di fidatissime sarte e collaboratrici, la stessa fedele suggestione dell’ infanzia sartoriale di famiglia. Un galantuomo della moda, segnato, nella scelta dei modelli, dalle reminiscenze giovanili, quando, agli inizi degli anni ’70, osservava le signore indossare ancora una certa educazione nel vestire, nel modo di sedersi, di porsi agli altri. e quando guarda al passato, guarda alla moda degli anni ’50, ai grandi sarti della moda, come possono essere fausto sarli, all’estro charmant di madeleine vionnet, al grande signore della moda, ‘l’architetto’ Gianfranco Ferre’, leggero ed immediato nella struttura, capace di costruire, solo con tessuti e tagli, proposte eleganti, mai volgari, sempre adatte al contesto. tra gli altri, Ralph Lauren, con i suoi abiti puliti, mai esagerati. Carolina Herrera, Mila Schon. da mero artigiano della sartoria, attenzione e cura sono posti preminentemente nei tagli: ne consegue, dunque, una predilezione particolare per la sartorialità ‘importante’, per i tessuti da cerimonia. L’urgenza che lo muove risiede in questa affermazione: ’’realizzo abiti che siano facili da portare, l’ abito non deve costringerti.’’ per orsini, l’abito non deve nascondere, nè modificare il carattere dela persona che lo indossa, bensì essere perfettamente integrato alla persona, esprimere pienamente il carattere e la personalità di chi lo indossa. per lui l’abito incornicia il carattere, accompagna la donna. solo il connubio di questi due fattori creano il risultato perfetto. Le scelte inerenti i servizi, le proposte fotografiche e di immagine di Massimo Orsini reinventano, interpretano la femminilità, attraverso la sua personale lente di ingrandimento: attenzioni e sensibilità sono tutte rivolte alla bellezza, alla sofisticatezza, alla seduttività, dell’ambiente, così come delle sue modelle. Il portamento, inteso, da Massimo Orsini, come espressione della donna vera, raffigurata nella sua normalità, si evince dal modo di porsi agli altri, dalle sue forme, dalla sua delicatezza. la bellezza non è artefatta, ma riproduce una sorta di madonna moderna con echi del passato: ed allora predilige i luoghi sacri agli studi di posa. in questa prospettiva, Orsini guarda alla sacralità opulenta delle ‘donne donne’ di Scianna, della Sicilia di fine anni’80”, alla profondità della scollatura, al modo in cui questa donna siede, si muove. l’abito non è che una proiezione, un prolungamento verso l’esterno. Ecco perchè i tessuti (chiffon, georgette) diventano impalpabili, morbidi, ricchi: esprimono il corpo di chi lo indossa. orsini osserva l’abito che è riempito. ne scruta le forme, le movenze, esaltando esponenzialmente le doti e la fisicità del corpo che lo muove, senza guardare alla corporeità di chi lo indossa. così come negli oggetti del desiderio di eterna allure di Rene Gruau, Orsini è mosso dalla ricerca minuziosa del dettaglio, del materiale, di ogni orpello che faccia la differenza, che sia emblema di sensuale raffinatezza: ’’guai ad una donna senza accessori……guai ad una donna che non dà valore all’intimo..’’ con la stessa ossequiosa sacralità, costruisce la sposa, ne vede la solenne emozione, l’opulenza, la perfezione celebrativa. In occasione di Altaroma, si è trovato a lavorare con Marina Corazziari, rivisitando alcuni dei più famosi ed indimenticati abiti di Gianni Versace. sempre rivolto, dunque, al ricordo, alla densità dei significati, massimo orsini fa rivivere, nelle sue collezioni, le suggestioni che respira nelle profonde contaminazioni del luogo: un osservatore, che scruta il folklore della sua terra, e che, attraverso i colori, i luoghi , i tempi del suo salento, costruisce abiti su una serie di emozioni e di momenti irripetibili, a contatto diretto con le sue clienti, riconducendo, ad un unico filo, i tratti più arcaici e quelli più dinamici delle donne che si affidano a lui. orsini vede l’insieme, vive nella ‘giusta distanza’, per dirla con un famoso regista ormai scomparso, e, sempre mosso da quel garbo desueto, che sempre allude e mai esplicita, raffigura la donna contemporanea attraverso la tradizione e la profonda esperienza di chi, magistralmente, riesce a costruire una sintesi perfetta tra eleganza, ricercatezza e discrezione.

 

Exit mobile version