A Napoli l’Archivio Storico riscopre la cucina borbonica – La Pastiera, Ricetta d’autore di Roberto Lepre Chef executive

Il premium bar di via Scarlatti 30 inaugura le nuove cucine con un menù che ricorda i fasti dei borboni

Onde nasce il sapor delle vivande?
“Chi sa l’indole, e la natura dell’uomo, con difficoltà, può
definire onde nasce il sapor delle vivande.
Tutto può accadere, e da tutto ciò può
derivare, ma il più delle volte il sapor delle vivande nasce dalla facoltà naturale.
Per intender questa, che io intendo verità, bisogna permettere che il corpo umano
secondo sentimento e la struttura si avvicini a diverse
sensazioni ed emozioni a capir che una vivanda sia eccellente per il suo gusto”.
“Il Cuoco Galante – Corrado ed. del 1793”

 

la brigata
la brigata

L’Archivio Storico, locale di via Scarlatti (zona Vomero) che dal 2013 caratterizza le serate dei napoletani abbinando ad ottimi vini e cocktail iniziative culturali ed eventi di spessore, non è più soltanto un premium bar ma diventa a tutti gli effetti un ristorante: nelle sue nuove cucine vengono preparati piatti raffinati recuperati dai ricettari dell’epoca dei Borbone – scritti dai Monzù (così un tempo venivano definiti i grandi cuochi provenienti da Parigi per rendere gourmet la cucina popolare partenopea) – e che oggi vengono preparati – e reinterpretati – dallo chef Roberto Lepre coadiuvato da una brigata d’eccezione.
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CHEF ROBERTO LEPRE

Un esempio è la Parmigiana di melanzane, la cui prima testimonianza storica è contenuta nel “Cuoco Galante” (1733) di Vincenzo Corrado (cuoco al servizio delle più importanti famiglie aristocratiche della Napoli del ‘700) – che secondo il ricettario veniva preparata con le melanzane o le zucchine fritte nello strutto e poi condite con parmigiano e burro, e infine ripassate in forno – nelle cucine dell’Archivio si trasforma in “Melanzane alla parmigiana in vasocottura”.

Il Gattò, sformato di patate che fu introdotto nel Regno delle Due Sicilie grazie ai cuochi francesi chiamati nel Reame di Napoli dalla regina Maria Carolina in occasione delle proprie nozze (1768), diventa “Aria di patata al pepe sichuan, fonduta di Provolone del Monaco, croccante di salame e briciole di pane raffermo”.

I “uermiculi aglio e uoglie” (ovvero gli “spaghetti aglio e olio), la cui ricetta fu descritta nel trattato “Cucina Teorico Pratica” di Ippolito Cavalcanti (1837), appellati anche come “Vermicelli alla Borbonica” perché furono il piatto d’eccellenza per l’utilizzo della forchetta a quattro rebbi inventata dal ciambellano di Ferdinando IV di Borbone per raccogliere e gustare la pasta “aglio e uoglie”, sono reinterpretati da Roberto Lepre come “Spaghetti aglio, olio e peperoncino, battuto di dentice al limone e clorofilla di prezzemolo a velo”.

spaghetti aglio e olio
spaghetti aglio e olio

Ancora, i Polipetti alla Luciana, un piatto di origini antichissime, così chiamato perché una volta i polpi erano pescati dai pescatori del Borgo Marinari di Santa Lucia e cucinati seguendo un procedimento molto particolare (ovvero venivano tagliati a pezzi grossolani e cotti lentamente nel loro liquido in una casseruola di terracotta, senza mai aggiungere acqua né aprire il coperchio), nel menù dell’Archivio si trasformano in “Moscardini alla Luciana, cracker croccante del suo nero su spuma di ceci di Cicerale”.

moscardini alla luciana
moscardini alla luciana

Tra le proposte del ristorante non potevano ovviamente mancare altri piatti cult della cucina napoletana, come la genovese, il sartù, il soffritto e tanti altri.

Un viaggio nella storia della cucina napoletana in cui il babà è protagonista indiscusso: il dolce che – non tutti sanno – affonda le sue radici in Polonia (il “babka ponczowa” era un dessert a lievitazione naturale), poi importato in Francia dallo zar polacco Stanislao Lesczynski lì in esilio - fu reinterpretato dai pasticceri parigini ed oggi presentato ai “commensali” dell’Archivio Storico in una nuova versione - arricchita con crema alla vaniglia bourbon e amarena – che prende il nome di “Lazzarone” (così come veniva appellato il re Ferdinando IV). “L’Archivio Storico è un omaggio alla gloria della Napoli che fu – spiega Luca Iannuzzi, patron dell’Archivio Storico e Cavaliere di Merito del Sacro Militare ordine costantiniano di San Giorgio di Napoli -. Le cinque sale principali sono dedicate ai cinque Re delle Due Sicilie (Carlo, Ferdinando, Francesco I, Ferdinando II e Francesco II) e alle rispettive Regine. Ci sono immagini che rappresentano i momenti salienti della vita del Regno e una serie di ‘punti di vista’ (culturali, storici, antropologici e ora anche gastronomici) omessi dalla storiografia negli ultimi 150 anni”.

Archivio PIATTI 2°giorno - Ph.Paola Tufo (65)

Archivio PIATTI 2°giorno - Ph.Paola Tufo (81)

sartù di riso
sartù di riso

uovo purgatorio
uovo purgatorio

Ricetta d’autore di Roberto Lepre Chef executive Ristorante Archivio Storico a Napoli

CHEF ROBERTO LEPRE
CHEF ROBERTO LEPRE

Una ricetta antica, ma sempre nuova e attuale, la Pastiera, perfetta per la notte di Natale davanti ad un caminetto acceso, dalla finestra le luci della nostra bella Napoli

PASTIERA:

pastiera
pastiera

dose pastiera:

550 grano cotto 9 uova 600gr ricotta 450 gr zucchero vaniglia Arancia e limone cannella candito 0.20 lt latte

pasta frolla per pastiera:

800gr farina "00" 490gr burro 400 gr zucchero 1 pizzico di sale 3 tuorli 5 uova intere buccia di 1 limone grattugiata ammoniaca o bicarbonato q.b,un pizzico di sale.

Pasta frolla:

Unire burro e zucchero, poi aggiungere gli aromi e successivamente le uova. Amalgamato il tutto unire la farina è il pizzico di sale. Far riposare l’impasto per 8 ore in frigo tra i 4 e i 6 gradi. Tirarlo fuori dal frigo per un’ora, poi stendere l’impasto nelle forme per poi riempirlo con il ripieno. Fatto ciò, con la stessa frolla far delle striscioline sopra e poi informare a 165 gradi fino a cottura (il tempo dipende dalla grandezza della pastiera)

Per il ripieno della pastiera:

Unire zucchero, ricotta e aromi, successivamente il grano cotto poi le uova i canditi è il latte. Amalgamare bene il composto fino a rendere un impasto omogeneo, per poi riempire le pastiere.

Archivio Storico
via Alessandro Scarlatti, 30 – Napoli
www.archiviostorico.com
FB: @archiviostoriconapoli
IG: Archivio Storico Napoli

Crediti ph: Foto Paola Tufo

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