Giampaolo Atzeni: a metà strada tra la Pop Art e la Metafisica Surrealista

 

 

 

L’artista Giampaolo Atzeni, Sardo, Cagliaritano, personalità poliedrica, architetto di formazione, ha saputo spaziare in diversi campi comunicazionali quali l’architettura, la fotografia, il giornalismo fino ad approdare alla pittura. Oggi prevalentemente si dedica all’arte pittorica che iniziò a realizzare fin dai primi anni ’70, ma è dopo vent’anni circa, negli anni 90 che approda ad una sintesi ed suo personale e caratteristico stile convertendo la sua dedizione all’arte ad un professionismo vero e proprio.

Ad un primissimo impatto le opere realizzate da Atzeni riportano senz'altro alla Pop Art con i più classici richiami dell’arte così detta “popolare”. Ritroviamo infatti rappresentate nei suoi quadri scene come riprese dal cinema, oppure figurazioni di cibo, o ancora espressioni recuperate delle esperienze personali dell’artista: il viaggio, la moda e l’architettura che rimandano al suo eclettismo. Vividi i colori delle opere realizzate con materiale acrilico che unitamente ad una sapiente tecnica rendono lucidi e molto potenti le tonalità usate nei suoi lavori che risentono, per i colori utilizzati, dell’influenza del grande maestro Matisse a cui Atzeni strizza simpaticamente l’occhiolino.

Ad una più approfondita osservazione, però, si scorge il messaggio più profondo che Giampaolo Atzeni artista vuole trasferire nelle sue opere che in realtà appartengono più alla corrente metafisica e surrealista. Egli ci offre una visione arguta, libera dai canoni più tradizionali, proponendoci una retorica che accosta concetti persino apparentemente contrari a se stessi, come in un ossimoro, manifestando ironicamente quel senso critico verso una società consumistica, esponendone senza falsi pudori i suoi simboli più rappresentativi che troviamo quindi inclusi nei suoi lavori.

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Nei quadi di Atzeni senz’altro Vi è anche un inno alle donne che appaiono sofisticate, ma incomplete allo stesso tempo, essendo tutte realizzate senza volto, riportandoci per questo, al surrealismo delle figure di De Chirico. La donna narrata da Giampaolo Atzeni è però molto sensuale ed intensa, come fosse ella stessa un viaggio ed un mondo da scoprire ma che, per così dire, resterà in fondo “sconosciuta” anche se allo stesso tempo, o forse proprio per questo, stuzzicante, peccaminosa pur restando l’artista in un ambito di voluttuosità sempre discreta, quasi manifestando un’allegra curiosità verso questo soggetto. I suoi riconoscibili stilemi hanno oltrepassato la tela e in una stupenda contaminazione sono stati trasferiti anche su Termoarredatori della Brem e portati in esposizione al Salone del mobile di Milano, oltre ad aver condotto questo artista/architetto a collaborazioni con la Gobbo Salotti da cui sono state realizzate sedute per i living rooms appartenenti alla linea Monet Art.

 

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Come detto la multiforme espressività di Giampaolo Atzeni non si è fermata all'arte pittorica ma si è estesa anche nella fotografia che lo ha visto, come fotoreporter, eseguire reportage in Africa, India, Thailandia, Nepal e Medio Oriente. Con la collaborazione, dal 2001, con la testata ArteIn ha realizzato interviste e articoli a personaggi del mondo dell’arte, della moda e del design. Tra i suoi intervistati del mondo del fashion molti nomi illustri, solo per citarne alcuni: Egon Von Furstemberg, Roberto Cavalli, Ottavio Missoni, Gianfranco Ferrè, Romeo Gigli, Laura Lusuardi direttore artistico per Max Mara. Approfondisce anche il mondo del collezionismo, del design e dell’architettura e come detto, non solo come giornalista. Alcuni dei personaggi intervistati da Atzeni nell'ambito in tale ambito sono il collezionista americano Miki Wolfson, gli architetti Massimiliano Fuksas e Renzo Piano, Paolo Portoghesi, Ettore Sottsass (designer e architetto) e Vittorio Gregotti, oltre a tantissimi altri.

(articolo di Ester Campese)

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