Un capitolo dell'ultimo libro della giornalista, "Vita io ti aspetto" (Giuliano Ladolfi editore), è dedicata a questo tema, visto che, una pronuncia della Corte Costituzionale del novembre 2016, la legge è ancora arenata in Parlamento. "A differenza di altri Paese europei - spiega Laura Avalle nel libro - in Italia abbiamo ancora il retaggio di una concezione patriarcale della famiglia difficile da estirpare".
“Quando mia moglie mi ha chiesto di dare a nostra figlia il cognome di entrambi - ha aggiunto il sindaco Sordella - mi è sembrata la cosa più giusta da fare. Mi sono recato all’anagrafe in ospedale e mi è stato risposto che, nonostante la sentenza della Corte Costituzionale, non era possibile farlo. Mi sono dunque consultato con il segretario comunale Nardi che ha rintracciato le circolari che ne prevedevano l’attuazione. È stato necessario fare una modifica informatica, predisporre la modulistica, ma è stato tutto sommato facile da attuare. Il fatto che in molti posti si dica che non è possibile fa pensare che in realtà non si voglia dare il doppio cognome”.
Il tema è stato anche al centro di un recentissimo convegno tenutosi a Fossano alla presenza non solo del primo cittadino Davide Sordella e della consorte, ma anche di Vladimiro Zagrebelsky (già giudice della Corte europea dei Diritti umani, ora direttore del laboratorio sui Diritti fondamentali di Torino), Alice Margaria (ricercatrice di diritto di famiglia e diritti umani presso l'Istituto Max Planck di Halle in Germania), Marina Mana e Cristina Ballario, rispettivamente presidente della commissione Pari opportunità e assessore alle Pari opportunità del Comune di Fossano. Nel corso del dibattito, si è fatto il punto sulla situazione normativa italiana oggi che presenta ancora tanti punti controversi da chiarire e che determinano di fatto lo stallo nella legiferazione parlamentare. La pronuncia della Consulta ha infatti stabilito che il solo cognome paterno non è più valore coerente con il principio di uguaglianza tra uomo e donna e, dal giorno successivo alla pubblicazione (28 dicembre 2016), i genitori che lo desiderano possono chiedere di comune accordo l'apposizione del doppio cognome all'ufficiale di stato civile al momento della nascita di un figlio o dell'adozione. In realtà, prima di questa pronuncia, in Italia era già possibile dare il doppio cognome, per ragioni affettive o di gratitudine, ma bisognava inoltrare specifica richiesta al prefetto che, nella sua discrezionalità, decideva, caso per caso, di accettare o rigettare la domanda.