Vittorio Camaiani Viaggio con Hemingway alla Galleria del Cardinale Colonna

Vittorio Camaiani Viaggio con Hemingway alla Galleria del Cardinale Colonna

Vittorio Camaiani sceglie la Galleria del Cardinale Colonna per la presentazione della nuova collezione Primavera/Estate 2022 ispirata ad Ernest Hemingway ed ai suoi viaggi. Il celebre couturier marchigiano è ormai di casa nello storico palazzo capitolino, che per l’occasione aprirà per la prima volta le porte della settecentesca e maestosa Galleria del Cardinale Colonna nella sua rinnovata gestione. Per la prestigiosa occasione Elena Parmegiani, Direttore Eventi della Galleria del Cardinale Colonna, già Direttore della Coffee House di Palazzo Colonna e giornalista di moda e costume, presenterà la sfilata.

 Crediti delle foto sono di Alessandro Lanciotti

Siamo abituati a raccontare le collezioni di Vittorio Camaiani ispirate ai suoi viaggi di cui ha di volta in volta tradotto su tessuto luci, colori e atmosfere. Con questa collezione SS 2022 lo stilista intraprende un viaggio immaginario a confronto con un mito universale della letteratura: Ernest Hemingway. Sono le immagini viste, vissute e magistralmente descritte nelle sue opere a partire dai luoghi culto dello scrittore americano ad ispirare la nuova collezione di Vittorio Camaiani.

 Crediti delle foto sono di Alessandro Lanciotti

È dunque un viaggio “attraverso lo sguardo di Hemingway” che porta su tessuto luoghi iconici come Cuba e l’Africa. In questa che è forse la collezione più lineare di Camaiani, si intrecciano continuamente da mattina a sera suggestioni che evocano questi luoghi, come i colori della parte giorno della collezione. La palette cromatica vira in un susseguirsi di giallo, verde, azzurro e rosso trasferiti su jeans, lini e cotoni fanno pensare alle pareti e alle finestre delle case de L’Avana e alle lussureggianti palme dell’isola.

La camicia-Pilar invece trae le sue forme geometriche dalle vele dell’omonimo veliero dello scrittore e porta con sè un senso caro allo stilista, ovvero il viaggiare con la mente attraverso un capo di abbigliamento. Il viaggio invero continua verso altri orizzonti con la parte di collezione dedicata all’Africa, altro paese di Hemingway, con sahariane ricamate a mano con figure di animali esotici e il gilet-cartucciera da safari da cui fuoriescono però cuori ricamati e con il completo-luna che evoca suggestive notti sulla savana.

 Crediti delle foto sono di Alessandro Lanciotti


È una collezione dalle linee rigorose e quasi maschili che omaggiano lo stile inconfondibile dello scrittore, adattato però al corpo femminile attraverso l’uso sapiente dei tessuti che quasi si appoggiano al corpo. Ad esempio il completo camicia-pantaloni bianchi in seta burette decorati dalla catena dell’orologio dello scrittore evoca lo stile Anni Trenta che ritroviamo in molti suoi scatti d’epoca. O la gonna-tasca che sembra nascere direttamente da una sua giacca.


Per la parte sera della collezione, che lo stilista ha definito “Quasi Sera” pensando al momento del crepuscolo sugli orizzonti esotici di Hemingway, i capi si costruiscono su un alternarsi di seta pesante e seta operata come un principe di Galles, altro omaggio allo stile dello scrittore. E ancora le tute in georgette di seta a stampa giraffa. O l’abito chemisier in organza a fantasia zebra costruito come una sahariana lunga fino alla caviglia, infine la sposa firmata Camaiani chiude questa collezione. 

 Crediti delle foto sono di Alessandro Lanciotti

cappelli disegnati da Vittorio Camaiani e realizzati da Jommi Demetrio di Montappone, famoso distretto italiano della produzione di copricapi, sono a falda larga a trama aperta per la parte dedicata a Cuba, di linea più classica per la parte dedicata all’Africa.

Per le scarpe, come sempre curate da Lella Baldi di Fermo, le proposte vanno dai sandali bassi per la parte dedicata a Cuba, poi allacciate bicolore di linea maschile per la parte dedicata all’Africa.

Per la notte sabot a colore o contrasto.

In linea con la raffinatezza della collezione gli chignon magistralmente eseguiti dalla Compagnia della Bellezza ed il trucco diretto dalla make-up artist Viviana Ramassotto

Ad impreziosire l’allestimento della sfilata le piante esotiche della flower designer Maria Luisa Rocchi che richiamano l’atmosfera di Cuba e L’Avana e che incorniciano la raffinata couture di Camaiani.

L’evento gode del patrocinio della Città di San Benedetto del Tronto, splendida località balneare marchigiana famosa per la bellezza del suo lungomare ricco di sculture, giardini e opere d’arte e per le numerose ville in stile liberty che adornano questo magico luogo.

Galleria del Cardinale Colonna – La Storia

La Galleria del Cardinale Colonna- detta anche all’epoca Galleria Nuova– fu costruita nel 1730 dall’architetto Paolo Posi al posto di un lungo corridoio, decorato, come riferiscono alcune guide tardo seicentesche, dagli stemmi delle famiglie imparentate con i Colonna.

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L’edificio è diviso in tre corpi: due bracci e una rotonda centrale, sostenuta da colonne impiallacciate di giallo antico, provenienti, per quanto si narra, dal Pantheon e sino a quel momento conservate nei sotterranei del palazzo. La struttura era originariamente destinata dal cardinale Girolamo II a biblioteca e all’accresciuta collezione pittorica ed archeologica. La Galleria è collegata al giardino attraverso due ponti, ma l’ultimo vano, di raccordo con la Sala della Colonna Bellica, non era ancora terminato all’epoca del porporato, deceduto nel 1763, mentre la zona opposta che servì da Sala da Ballo ai tempi dell’affittuario ambasciatore di Francia, era stata decorata nella volta e nel fregio dal perugino Annibale Angelini. E proprio in questo ambiente, nel quale all’epoca si scorgeva sullo sfondo una Deposizione forse di Federico Zuccari, si svolse in presenza di Pio VII, nel 1803, la cerimonia del battesimo delle due gemelle Savoia, Maria Teresa e Maria Anna (futura imperatrice d’Austria). L’avvenimento è stato consegnato alla memoria da due dipinti, a pendant. Negli anni la Galleria del Cardinale Colonna fu utilizzata come archivio della famiglia, che originariamente era ubicato nel cantone meridionale della chiesa dei SS. Apostoli, nell’edificio poi ristrutturato da Niccolò Michetti.                                                        (Eduard A. Safarik dal libro Palazzo Colonna)

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