Collocati in uno spazio simbolico nel quale il femminicidio si trasforma in barbarizzazione abituale della nostra società, l’arte interviene per farsi mediatrice di questa indifferenza, dettata dall’incomprensione del dolore altrui.
Storie drammatiche che infrangono anche le vite dei bambini, costretti a subire l’ira del padre verso la propria madre.
“Anime di donne e bambini infrante, infrante con i loro sogni di una vita felice,
sogni che si spargono in mille frammenti.”
Forme, linee e colori per rivivere il dramma del femminicidio, ma non come fatto inesorabile, ma come svolta di vite che si salvano, che si aprono a nuovi orizzonti quando incontrano una parola, un sorriso.
Il pensiero creativo si fa accudimento di questo disagio, ove vi sono persone disposte a capire ad approfondire, a leggere le norme del rispetto della donna.
Villa Sarsina prende il nome dagli Aldobrandini Principi di Sarsina che la tennero dal 1874 al 1926, ma la villa fu fatta costruire dal Cardinale Neri Maria Corsini di Firenze, tra il 1732 e il 1735, su presumibile progetto di Ferdinando Fuga. Il cardinale era nipote di Clemente XII Corsini papa tra il 1730 e il 1740, motivo per cui si poteva ammirare sul circuito delle mura del belvedere un suo grandioso stemma.
Dal 8-11 marzo piano terra Villa Sarsina la quarta edizione della mostra d'arte contemporanea: "D'arte D'amore ....Donna"