Al via la “Berlinale 2019”





Di Riccardo Bramante

Anche quest’anno il “Festival Internazionale del film” (la Berlinale, per gli addetti ai lavori) per due settimane, dal 7 al 17 febbraio, attirerà l’attenzione non solo del mondo del cinema ma di tutti gli ambienti culturali per i temi di scottante attualità politica su cui punta nella presentazione delle opere in concorso.

 

Quest’anno, in particolare, saranno approfonditi i temi del valore e delle conseguenze politiche dei comportamenti privati, come ha tenuto a sottolineare il Direttore della kermesse Dieter Kosslich.

 

E anche quest’anno si è mantenuta fino all’ultimo la suspense sui componenti la giuria che dovrà decidere l’attribuzione dell’Orso d’oro, il premio che va al migliore film, ai migliori attori e tecnici che operano nel settore. Finalmente è ora ufficiale che presidente della giuria sarà l’attrice francese Juliette Binoche, affiancata dal critico cinematografico americano Justin Chang, dall’attrice tedesca Sandra Hueller, dal regista cileno Sebastian Lelio dal curatore museale Rajendra Roy e dalla regista e produttrice britannica Trudie Styler.

Oltre 400 saranno i film in programma suddivisi nelle tradizionali cinque sezioni: il concorso principale, “Competition”, a cui partecipano i film di recente produzione che si contenderanno l’Orso d’oro e l’Orso d’argento; la sezione “Panorama” che presenta le novità delle produzioni indipendenti; “Forum” con pellicole e documentari aventi ad oggetto problemi e situazioni sociali di attualità in tutto il mondo; “Generation” sezione dedicata ai bambini e ragazzi; “Retrospettive” per rivedere i classici del passato.

Come eventi collaterali sono anche da ricordare l’”European Film Market”, rivolto alle maggiori società di produzione e distribuzione, nonché il nuovo “Talent Campus”, iniziativa rivolta ai giovani cineasti e registi emergenti.

Un Orso d’oro alla carriera sarà, inoltre, attribuito all’attrice Charlotte Rampling.

Naturalmente ad attirare la maggiore attenzione sono i film che partecipano al concorso per la vittoria finale dell’Orso d’oro: sono ben 17 in rappresentanza di quasi tutti gli angoli del mondo: tra i favoriti sono da ricordare “Grace a Dieu” del regista francese Francois Ozon che affronta il tema degli scandali sessuali nella Chiesa cattolica, “Der Goldene Handschuh” (“Il guanto d’oro”) del tedesco Fatih Akin, film horror su un serial killer che ha perseguitato gli abitanti di Amburgo negli anni ’70, “Elisa y Marcela” della spagnola Isabel Coixet e “The Kindness of Strangers”, di Lone Scherfig che aprirà, in prima mondiale, il Festival.

Unico film italiano in concorso sarà “La paranza dei bambini”, per la regia di Claudio Giovannesi tratto dal romanzo omonimo di Roberto Saviano.

Nel settore “Panorama” ci saranno, invece, ben quattro titoli italiani: “Dafne” di Federico Bondi che racconta la storia del rapporto tra una ragazza down e suo padre, “Il corpo della sposa (flesh out)”, di Michela Occhipinti, storia di una donna della Mauritania che deve ingrassare prima delle nozze, come vuole la tradizione, il documentario “Normal” di Adele Tulli che ci presenta un campionario delle norme, degli stereotipi e delle convenzioni di genere nell’Italia di oggi e, infine, “Selfie”, di Agostino Ferrente, ambientato nel rione Traiano di Napoli che ci offre uno spaccato attualissimo dell’adolescenza al tempo della camorra.

Un programma molto denso, dunque, in cui spicca una novità: per la prima volta è stato accettato in concorso un film prodotto dal gigante dello streaming Netflix (Elisa y Marcela della Coixet) che conquista così maggiore spazio e potere nel settore.

Articolo di Riccardo Bramante











 

 

 

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