PITTI: PRESENTATO “DON THE FULLER”, IL JEANS ABRUZZESE CHE RISPETTA L’AMBIENTE






Don The Fuller, approfittando di una platea così importante a livello internazionale, ha lanciato un messaggio contro l’utilizzo indiscriminato dell’acqua nel mondo del fashion. In accordo con Fonte Smeraldina, nominata pochi mesi fa in America come migliore acqua del mondo, Don The Fuller ha distribuito oltre 10 mila tetrapak facendoli trovare nelle camere dei migliori hotel di con su scritto “Noi l’acqua preferiamo berla”.

Firenze): “Noi l’acqua preferiamo berla!”. È con questo slogan che Don The Fuller, il marchio di jeans di alta qualità tutto made in Abruzzo, ha presentato le ultime novità della collezione Primavera/Estate 2020, al Pitti Immagine Uomo.

Don The Fuller, approfittando di una platea così importante a livello internazionale, ha lanciato un messaggio contro l’utilizzo indiscriminato dell’acqua nel mondo del fashion. In accordo con Fonte Smeraldina, nominata pochi mesi fa in America come migliore acqua del mondo, Don The Fuller ha distribuito oltre 10 mila tetrapak facendoli trovare nelle camere dei migliori hotel di con su scritto “Noi l’acqua preferiamo berla”. Nel mondo si producono ogni anno due miliardi e cinquecento milioni di jeans che richiedono circa 125 miliardi di litri di acqua. Considerando che una città come Roma ha bisogno di circa 50 miliardi di litri di acqua per coprire il suo fabbisogno annuo si conclude che solo per la produzione di jeans si consuma in dodici mesi la stessa quantità di acqua utile a dissetare per due anni e mezzo una città come Roma. Don the fuller con il suo “zero water wash” abbatte fino al 95% l’uso di acqua.

“Don the fuller è l’unica azienda fashion ad essere invitata al tavolo dei grandi nel primo summit internazionale delle acque che si è tenuto a Roma lo scorso mese di ottobre”, ha spiegato il Ceo Mauro Cianti. “Già da tempo abbiamo cercato di intervenire nella fase di produzione controllata creando processi innovativi a minor impatto ambientale. La soluzione definitiva non è univoca nè immediata. Vedo due leve per migliorare il problema. Una è consapevolezza del consumatore, noi aziende abbiamo l’obbligo di informare il mercato; l’altra è l’uso della tecnologia per sensibilizzare e trovare soluzioni innovative in tutta la filiera di produzione, collaborando di più per creare acceleratori esponenziali che insieme migliorino la sostenibilità da più fronti”. 






 

 

 

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