SAMUELE CAVALLO , artista completo -Intervista di Roberto Mallò

Samuele Cavallo




Tanti nuovi progetti per l’attore e cantante Samuele Cavallo che, proprio di recente, ha presentato in Un Posto al Sole,

Nella soap dove interpreta lo chef pasticcione Samuel Piccirillo, la canzone Lasciami Amore. 

Ad aprile, Cavallo è però pronto a lanciare un altro nuovo singolo, che si intitolerà Le parole che non ti ho mai detto. Intanto, nella speranza di poter tornare quanto prima in teatro, Samuele si è raccontato in questa intervista, dove ci ha parlato anche dell’impegno con l’hub Defhouse, dove insegna recitazione a giovani influencer.




photo Jacopo Bruno Photo Video

Tanti nuovi progetti per l’attore e cantante Samuele Cavallo che, proprio di recente, ha presentato in Un Posto al Sole, la soap dove interpreta lo chef pasticcione Samuel Piccirillo, la canzone Lasciami Amore. Ad aprile, Cavallo è però pronto a lanciare un altro nuovo singolo, che si intitolerà Le parole che non ti ho mai detto. Intanto, nella speranza di poter tornare quanto prima in teatro, Samuele si è raccontato in questa intervista, dove ci ha parlato anche dell’impegno con l’hub Defhouse, dove insegna recitazione a giovani influencer.

Ciao Samuele, parliamo innanzitutto di Un Posto al Sole. Il personaggio che interpreti, il cuoco Samuel Piccirillo, è sempre di più al centro della scena nelle trame attuali. Si è, ad esempio, trasferito di recente a palazzo Palladini, luogo fulcro di tutte le vicende.

“Sì, quest’anno ho avuto questa bella notizia. Vedo che al pubblico Samuel piace molto. La gente si sta affezionando tanto a lui. Per me è una bella conquista. Mi diverte molto interpretare Samuel. Il fatto che canta è il quid in più che permette alla gente di avere con lui una relazione ancora più profonda, quasi più intima. Condividere delle emozioni attraverso la musica è quella cosa che va oltre il piccolo schermo”.

A proposito di musica, di recente abbiamo sentito un tuo nuovo inedito nella soap, che si intitola Lasciami Amore. Com’è nata questa idea?

“La canzone è nata da un’idea di Marco Fasano, che è un cantautore che ha fatto anche Sanremo qualche anno fa, insieme al maestro Antonio Annona, che ha lavorato anche con Pino Daniele ed è il creatore di tutte le musiche di UPAS, compresa la sigla. E’ una persona meravigliosa e un grandissimo musicista. Il testo ha un sapore malinconico, essendo un brano melodico. Noi italiani sappiamo fare bene questo: la musica melodica con un inciso che ha sempre un mondo altalenante di emozioni che si racconta dentro la canzone. Lasciami Amore fa trasparire questa malinconia. E’ stata scritta ad hoc per la scena tra Alex e Vittorio, nel momento in cui lei è partita per la Spagna. Mi sono affezionato subito all’idea ed ho sposato molto volentieri la causa. E’ venuto un brano che sta piacendo tantissimo alla gente; ha avuto tantissime interazioni sui social; decine di migliaia di visualizzazioni sui video condivisi su ogni canale. Un post sul brano ha preso oltre 5mila like. E’ una canzone nata nella scena di una fiction. Questo fa quindi capire quanto la gente ami questo momenti all’interno di un film, di una serie tv. Spero ce ne siano ancora di più. Il personaggio di Samuel lo permette. Oltre ad essere uno chef pasticcione con un cuore grande, è un cantante che ogni tanto lascia trasparire questa sua anima, questa sua peculiarità”.

Sei contento per lo spazio che Samuel sta pian piano avendo nella soap?

“Certo. Samuel è entrato in primis nella storyline di Arianna, interpretata dalla bravissima e bellissima Samanta Piccinetti. Quando la donna è andata via, è rimasto al Caffè Vulcano. Di recente, si è poi delineata questa storyline dove, finalmente, è entrato nell’ambito palazzo Palladini, che da venticinque anni fa capolino alla bellissima città di Napoli. Samuel è arrivato, ha preso il seminterrato di Alberto (Maurizio Aiello) e resterà ad abitare lì. Stanno accadendo tante cose ed in futuro, per quel poco che posso dire, ci saranno dei sipari molto divertenti, ironici e d’amore”.

Immagino che per te sia fantastico interpretare Samuel, visto che attraverso di lui puoi mostrare anche la tua bravura nel canto e non solo nella recitazione. E’ un connubio perfetto.

“Esatto, è fantastico. E’ il massimo che uno come me, che fa il cantante e l’attore, poteva sognare. Dove trovi una serie tv, una fiction o una soap in cui puoi esprimerti in tutte e due le cose? Non me l’aspettavo, motivo per cui sono davvero contento. Mi dà tante soddisfazioni”.

Siamo ancora completamente immersi nell’emergenza Covid. Cosa deve fare, secondo te, un artista in questo periodo di forte crisi?

“Penso che si debbano anche scacciare i cattivi pensieri che, per forza di cose, ciascuno di noi fa in questo periodo. Qualche giorno fa, mi sono ritrovato a guardare il video di Marco Mengoni che, a distanza di un anno, ha fatto un video sulle note de L’anno che verrà, il brano di Lucio Dalla. Lo ha reinterpretato a Codogno, dove c’è stato il primo caso di Covid in Italia quando tutto era ancora inesplorato e il lockdown non aveva stravolto la nostra esistenza. Questo brano è come se fosse stato scritto oggi, per quanto è profondo e per quello che racconta. La storia, in ogni anno e in ogni momento, ha degli aspetti negativi e positivi. Pure un anno complicato, come è stato il 2020, ha lasciato in noi qualcosa di positivo. Nonostante ciò, sappiamo anche che il periodo è quello che è. Il Covid ha mandato tutto il mondo in crisi. C’è stata una crisi delle idee, una crisi dei sogni, delle aspettative. Vedo tanta gente, tanti miei amici e colleghi, che vivono con affanno questo momento. Comunque sia, io penso che dalle crisi si possa trarre sempre qualcosa di nuovo. Dopotutto, la parola crisi viene dal greco e significa creatività. E’ sempre nei momenti difficili che qualcuno tira fuori il coniglio dal cappello. Non è l’ora di demordere, ma di fare e resistere. Capisco che è dura, però è così che bisogna affrontare momenti del genere. E’ con questo spirito che io affronto ogni giorno”.

A proposito di spirito, quali sono gli altri progetti di cui ti stai occupando in questo momento?

“Posso dirti che ho scritto un brano nuovo, che uscirà il 9 aprile e si intitola Le parole che non ti ho mai detto. E’ una canzone d’amore particolare, con una ritmica molto forte, tendente al trend rock. Ho tratto ispirazione dai The Weeknd, che mi piacciono molto; da quel genere di musica ritmica mista all’elettronica. Abbiamo preferito farlo uscire dopo Sanremo, perché era inutile lanciarlo quando, discograficamente parlando, c’era già tanta carne al fuoco. Nell’attesa che una major mi dia la possibilità di esprimermi più a fondo, sono una persona che si autoproduce. I miei sacrifici sono quindi più alti rispetto a quelli di una major. Da solo valgo per uno e cerco di concentrare i miei sforzi nel modo migliore possibile”.

Visto che l’hai citata, cosa ti aspetti da Sanremo?

“Auspico che la kermesse canora traini le emozioni e possa portare nelle case degli italiani qualcosa di bello: che sia polemica, che sia musica o piacere, passando per contenuti importanti o leggeri. Io per primo ambisco a poterci partecipare un giorno. E’ un mio sogno. Avrei tanto voluto che Lasciami Amore, visto che la soap quest’anno compie 25 anni, rappresentasse Un Posto al Sole dal palco dall’Ariston”.

D’altronde, mai dire mai. A Sanremo si alternano i vari direttori artistici, con i loro gusti personali.

“Esatto. Quando uno fa come me il cantante deve anche tenere conto di una cosa: si può essere artisti quando si accetta che da una parte c’è un verdetto, che deve essere emesso ogni volta. Bisogna accettare ogni verdetto, che sia un sì o un no. Se si ricerca soltanto il sì, senza una minima critica, vivi solo di insuccessi nella vita artistica, ma anche dal lato umano. Anche i no aiutano a crescere. Ho questo credo, la mia forma mentis è sempre stata orientata su questo. Un no, su una cosa per cui non sei pronto e che rischia di bruciarti, può salvarti la vita artistica”.

So che sei impegnato anche su altri fronti, anche a livello scolastico. Spiegami meglio.

Certo. Grazie all’associazione Unita per la scuola, sto mettendo su un incontro, in una scuola elementare di Milano, con i ragazzi di quinta per parlare di progetti cinematografici dedicati, ad esempio, alla storia romana; ciò per continuare a muovere le acque e avvicinare i giovanissimi a quella che è la cultura cinematografica, alla storia. In questo periodo, rischiamo che avvenga una sorta di castrazione della cultura. Un bambino, che oggi non può uscire o socializzare, finisce per legarsi a un videogioco o alle chat. Per quanto questo possa avere dei lati positivi, ne ha altrettanti di negativi. Io ho paura di avere, un indomani mattina, degli automi al posto delle persone. Nel mio piccolo, mi batto dunque per evitare questo”.

Sei poi parte integrante di Defhouse.

“Proprio così. La Defhouse, una hub nata qui a Milano con dei giovani tiktoker famosi, ha avuto spazio anche al TG1 di recente. Ospita tantissimi talenti da tutto il mondo; di recente, abbiamo avuto ragazzi di una hub francese, così come quelli di una di Malta. Abbiamo fatto un corso di recitazione in inglese, che ho dovuto preparare per gli studenti. Mi fa piacere “abbracciare” l’Europa in questo modo. Spero dunque che questa cosa ci faccia resistere e, ad ora, lo sta facendo nel migliore dei modi possibili. La Hub ha al suo interno tanti docenti: di economia, di danza, di recitazione, come nel mio caso, e tante altre cose. Gli studenti vengono preparati a tutto quello che è lo showbusiness, compresa la vita sociale legata allo stesso. E’ una bellissima iniziativa. Meno male che tanta gente in questo periodo si è data da fare per trovare delle alternative molto interessanti”.



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