Una mostra composta da oltre 200 opere di arti visive tra cui pitture, sculture, foto, installazioni multimediali tutti riguardanti l’argomento della follia, con un’unica soluzione per fruirla in modo ideale quella di entrare, senza cercare un “percorso”, piuttosto la via dello smarrimento, in particolare da applicare nel labirinto sensoriale del museo.
Relatori eccellenti tra cui Monsignor Vincenzo de Gregorio rettore della chiesa, lo psicologo Raffaele Morelli, il magistrato Nicola Graziano e altri illustri ospiti , hanno anticipato con il loro dibattimento l’intervento di Sgarbi il quale, concorde con i suoi predecessori, ha sostenuto ed affermato come la follia sia una indiscussa fonte di talento, di non omologazione e che proprio per tale motivo non va alienata. – Sgarbi afferma “Non c’è un solo matto in cui io non mi identifichi, molto genio viene dalla follia e molta luce viene dal buio.
La mostra allestita con diverse sezioni apre il suo percorso con dipinti e sculture di grandi maestri, per citarne solo alcuni e non sciupare la sorpresa a chi vorrà visitarla ecco opere di Francisco Goya, Fausto Pirandello giglio di Luigi Pirandello e uno dei rappresentanti della cosiddetta Scuola Romana, Ligabue che con i suoi turbamenti ha realizzato la sua stupenda arte visionaria ed allucinata. Si prosegue nella sezione degli Stereoscopi con cui si viene trascinati in un'altra dimensione, nell’ex ospedale psichiatrico di Mombello, dove ha vissuto l'artista Gino Sandri, le cui opere portano il visitatore nel suo corridoio di emozioni. Carlo Zinelli, ipnotizza con i le cromie intense dei suoi in armonia ad un altro grande Venturino Venturi, che esprime il suo spirito tragico/giocoso a metà strada tra fiaba e turbamento.
Con le foto poetiche e sospese in un tempo che non c'è più, appartenenti alla serie "Gli assenti" il fotografo Fabrizio Sclocchini fa entrare il visitatore nelle stanze di un ex-manicomio abbandonato.
Ma una particolarità dell’edizione di questa mostra è l’aver inserito anche il calcio come forma di espressione artistica con Diego Armando Maradona come lo stesso Sgarbi spiega: Un genio indiscusso in cui la vita e ciò che ha saputo fare diventa essa stessa una forma d’arte e quindi degna di essere rappresentata in un museo”.