di Riccardo Bramante.-
Grande successo di pubblico all’Auditorium di Via della Conciliazione per il concerto che ha tenuto il maestro Nicola Piovani in occasione del “World Polio Day” voluto dal Distretto Rotary 2080, rappresentato dal Governatore Giulio Bicciolo, in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’UNICEF e la Fondazione Gates per la campagna di mobilitazione in corso per estirpare definitivamente la poliomielite in tutto il mondo.
Grande successo di pubblico all'Auditorium di Via della Conciliazione per il concerto che ha tenuto il maestro Nicola Piovani in occasione del "World Polio Day" voluto dal Distretto Rotary 2080, rappresentato dal Governatore Giulio Bicciolo, in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'UNICEF e la Fondazione Gates per la campagna di mobilitazione in corso per estirpare definitivamente la poliomielite in tutto il mondo.
E' stato uno spettacolo fatto non solo di musica ma anche di immagini che hanno accompagnato il racconto che Piovani ha fatto della sua vita di artista a partire da quando, sin da fanciullo, rimaneva affascinato dal suono della fisarmonica e della banda del paesino paterno vicino Viterbo fino alla conquista, nel 1999, dell'Oscar per la migliore colonna sonora per il film "La vita è bella" che ha costituito il degno coronamento di una carriera già costellata da tre David di Donatello, tre Nastri d'Argento e il Globo d'Oro della stampa estera vinti finora.
Ed ecco, allora, anche la ragione del titolo dell'evento "La musica è pericolosa" che, ci racconta Piovani, pronunciò Federico Fellini e poi da lui ripresa per farne un vero e proprio testo autobiografico; pericolosa in quanto elemento che suscita emozioni belle e brutte, nostalgiche ed allegre ma che comunque incidono nella nostra vita.
Ed è proprio con l'esecuzione rielaborata delle colonne sonore che il maestro ha composto per gli ultimi film di Fellini, "Intervista", "La voce della luna" e "Ginger e Fred" che si è aperto il programma a cui è seguita una splendida trascrizione di una mazurka di Fryderyc Chopin e di un pezzo tratto dal "Childen's Corner" di Debussy.
Le esecuzioni musicali sono state poi inframezzate da toccanti aneddoti e ricordi della sua vita musicale, dai frequenti incontri con Fellini alle battute con Roberto Benigni di cui inventò la musica introduttiva dei suoi primi interventi in tv e in teatro oltre che la musica di "Quanto ti ho amato" con parole dello stesso Benigni e di Vincenzo Cerami, fino alla collaborazione con Fabrizio De Andrè per cui compose la canzone "Storia di un impiegato", allora boicottata dalla censura televisiva, per finire con "Caminito" cantata da un "pigro" Marcello Mastroianni per la prima volta durante una tournèe in Argentina e poi ripresa negli studi di registrazione di Roma.
Ma senz'altro ciò che ha reso famoso Nicola Piovani sono le colonne sonore, oltre 180, composte per molti film di registi stranieri ed italiani ben noti, da Marco Bellocchio a Mario Monicelli a Bernardo Bertolucci e tanti altri, fino, appunto, a "La vita è bella" di Roberto Benigni. A ragione Fellini lo considerava l'erede di Nino Rota (il suo musicista prediletto) per la "discrezione" ed il linguaggio pieno di richiami alla tradizione ed al passato tra malinconiche melodie e motivetti canzonatori che, nell'insieme, vengono a creare una forma musicale estremamente personale e facilmente riconoscibile anche dal grande pubblico.
La standing ovation per lui ed i componenti del suo ensemble è stato il degno coronamento di una serata da ricordare.
Grande successo di pubblico all'Auditorium di Via della Conciliazione per il concerto che ha tenuto il maestro Nicola Piovani in occasione del "World Polio Day" voluto dal Distretto Rotary 2080, rappresentato dal Governatore Giulio Bicciolo, in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'UNICEF e la Fondazione Gates per la campagna di mobilitazione in corso per estirpare definitivamente la poliomielite in tutto il mondo.
E' stato uno spettacolo fatto non solo di musica ma anche di immagini che hanno accompagnato il racconto che Piovani ha fatto della sua vita di artista a partire da quando, sin da fanciullo, rimaneva affascinato dal suono della fisarmonica e della banda del paesino paterno vicino Viterbo fino alla conquista, nel 1999, dell'Oscar per la migliore colonna sonora per il film "La vita è bella" che ha costituito il degno coronamento di una carriera già costellata da tre David di Donatello, tre Nastri d'Argento e il Globo d'Oro della stampa estera vinti finora.
Ed ecco, allora, anche la ragione del titolo dell'evento "La musica è pericolosa" che, ci racconta Piovani, pronunciò Federico Fellini e poi da lui ripresa per farne un vero e proprio testo autobiografico; pericolosa in quanto elemento che suscita emozioni belle e brutte, nostalgiche ed allegre ma che comunque incidono nella nostra vita.
Ed è proprio con l'esecuzione rielaborata delle colonne sonore che il maestro ha composto per gli ultimi film di Fellini, "Intervista", "La voce della luna" e "Ginger e Fred" che si è aperto il programma a cui è seguita una splendida trascrizione di una mazurka di Fryderyc Chopin e di un pezzo tratto dal "Childen's Corner" di Debussy.
Le esecuzioni musicali sono state poi inframezzate da toccanti aneddoti e ricordi della sua vita musicale, dai frequenti incontri con Fellini alle battute con Roberto Benigni di cui inventò la musica introduttiva dei suoi primi interventi in tv e in teatro oltre che la musica di "Quanto ti ho amato" con parole dello stesso Benigni e di Vincenzo Cerami, fino alla collaborazione con Fabrizio De Andrè per cui compose la canzone "Storia di un impiegato", allora boicottata dalla censura televisiva, per finire con "Caminito" cantata da un "pigro" Marcello Mastroianni per la prima volta durante una tournèe in Argentina e poi ripresa negli studi di registrazione di Roma.
Ma senz'altro ciò che ha reso famoso Nicola Piovani sono le colonne sonore, oltre 180, composte per molti film di registi stranieri ed italiani ben noti, da Marco Bellocchio a Mario Monicelli a Bernardo Bertolucci e tanti altri, fino, appunto, a "La vita è bella" di Roberto Benigni. A ragione Fellini lo considerava l'erede di Nino Rota (il suo musicista prediletto) per la "discrezione" ed il linguaggio pieno di richiami alla tradizione ed al passato tra malinconiche melodie e motivetti canzonatori che, nell'insieme, vengono a creare una forma musicale estremamente personale e facilmente riconoscibile anche dal grande pubblico.
La standing ovation per lui ed i componenti del suo ensemble è stato il degno coronamento di una serata da ricordare.